Nell’arco di decenni di pratica e di insegnamento la prima cosa che abbiamo capito è che servisse un metodo per poter far imparare le persone.
Per quanto dettagliate, studiare ogni lezione più tecniche, a volte anche sconnesse tra loro, provate per una decina di volte, non sortiva alcun effetto reale nel miglioramento di chi ascoltava.
Perché avveniva questo?
Molto semplicemente osservare e ricopiare per un limitato numero di volte una tecnica estrapolata dal contesto rendeva gli studenti COSCIENTI dell’esistenza di una certa posizione, ma non COMPETENTI in quello che stavano studiando.
IN QUESTO MODO CREIAMO SOLO CONOSCENZA, NON COMPETENZA.
Come si crea allora la COMPETENZA?
Il primo errore da non commettere è quello indubbiamente di studiare più di una tecnica (escluse varianti di essa) nello stesso ciclo didattico (che basicamente può essere di una settimana, anche se per noi può a dare avanti anche mesi).
Più posizioni si mostrano più caos si genera nelle menti di chi ancora deve acquisire la COSCIENZA delle posizioni (il primo strato superficiale di conoscenza). Per fare un semplice paragone è come aprire un puzzle e rovesciare i pezzi sul tavolo: è chiaro che vediamo tutti i pezzi e abbiamo una figura di riferimento, ma ci manca totalmente la capacità di identificarlo e saperli collocare.
Il secondo errore sta nel dire “provate tot numero di volte a testa”.
La tecnica verrà provata con fretta e approssimazione e spesso una volta per uno, il che diminuisce drasticamente la capacità di memorizzare muscolarmente il movimento.
La cosa migliore è dare un tempo ad esempio 3 o 5 minuti a persona per farli ripetere più e più volte e avere così la possibilità di poter osservare gli studenti.
Al termine di questo tempo, una volta osservato tutti, è opportuno rispiegare rapidamente la posizione ponendo enfasi sugli errori commessi e sull’importanza del dettaglio che si è perso.
Infine, esattamente in linea con quanto trovate nella nostra libreria tecnica, è opportuno concludere lo studio di una posizione mostrando in che fasi della lotta è importante utilizzare quella determinata posizione: ad esmpio utilizzare la deep come uscita dalla monta.
Contestualizzare una tecnica permette ad uno studente di poterla riconoscere ed applicare nelle fasi di lotta.
LO SPARRING
Lo sparring specifico ha una sua utilità per forzare gli studenti a provare la tecnica ed è un ottimo strumento in questo caso, ma non fatto in stile rodizio (a cartucciera e chi vince rimane) altrimenti ci sarà sempre il più avanzato, o il più atletico che vincerà fino a sfinirsi e gli altri non avranno modo di poter provare le tecniche.
Un buon metodo è il MATCH & REMATCH:
una coppia fa 2 round da 2 minuti partendo dalla posizione studiata il primo round uno e il secondo l’altro.
Quando si esce dalla posizione o si riesce a completare l’attacco si riparte dalla posizione in studio.
È bene ovviamente far fare più round sempre possibilmente con pesi siminalari e cintura similare.